Culto 14/10/2018 - 20° dopo Pentecoste

di Ruggero Marchetti pubblicato il 14/10/2018 23:28:33 in culto 372

1 Samuele 3, 1 - 21

Il piccolo Samuele serviva il Signore sotto gli occhi di Eli. La parola del Signore era rara a quei tempi, e le visioni non erano frequenti.

In quel medesimo tempo, Eli, la cui vista cominciava a intorbidarsi e non gli consentiva di vedere, se ne stava un giorno coricato nel suo luogo consueto; la lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore dove si trovava l'arca di Dio. Il Signore chiamò Samuele, il quale rispose: «Eccomi!». Poi corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Eli rispo - se: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti». Ed egli andò a coricarsi. Il Signore chiamò Samuele di nuovo. Samuele si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Egli rispose: «Figlio mio, io non ti ho chiamato; torna a coricarti». Ora Samuele non conosceva ancora il Signore e la parola del Signore non gli era ancora stata rivelata. Il Signore chiamò di nuovo Samuele, per la terza volta. Ed egli si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il bambino. Ed Eli disse a Samuele: «Va' a coricarti; e, se sarai chiamato ancora, dirai: "Parla, Signore, poiché il tuo servo ascolta"». Samuele andò dunque a coricarsi al suo posto. Il Signore venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta». Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco, io sto per fare in Israele una cosa tale che chi la udrà ne avrà intronati tutt'e due gli orecchi. In quel giorno io compirò contro Eli, dal principio fino alla fine, tutto ciò che ho detto circa la sua casa. Gli ho predetto che avrei esercitato i miei giudizi sulla sua casa per sempre, a causa dell'iniquità che egli ben conosce, poiché i suoi figli hanno attirato su di sé la maledizione ed egli non li ha sgridati. Perciò io giuro alla casa di Eli che l'iniquità della casa di Eli non sarà mai espiata né con sacrifici né con oblazioni».

Samuele rimase coricato fino alla mattina, poi aprì le porte della casa del Signore. Egli temeva di raccontare a Eli la visione. Ma Eli chiamò Samuele e disse: «Samuele, figlio mio!» Egli rispose: «Eccomi». Ed Eli: «Qual è la parola che egli ti ha detto? Ti prego, non me la nascondere! Dio ti tratti con il massimo rigore, se mi nascondi qualcosa di tutto quello che egli ti ha detto». Samuele allora gli raccontò tutto, senza nascondergli nulla. Allora Eli disse: «Egli è il Signore: faccia quello che gli parrà bene».

Samuele intanto cresceva e il Signore era con lui e non lasciò andare a vuoto nessuna delle sue parole. Tutto Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, riconobbe che Samuele era stabilito come profeta del Signore. Il Signore continuò ad apparire a Silo, poiché a Silo il Signore si rivelava a Samuele mediante la sua parola.

Un pensiero dalla predicazione

Dio chiama comunque; è questo il lieto annunzio di 1 Samuele 3. In quella situazione di profonda crisi, quasi di resa, chiama un “bambino” che non se l’aspettava, al punto all'inizio non riesce a distinguere la voce del Signora da quella di Eli. Anche questo dettaglio, ripetuto, è importante: non è facile distinguere la voce di Dio da quella degli altri; soprattutto quando sei un ragazzo e non sai ancora che il Signore ti sta per chiamare…

Questo ci insegna due cose. Anzitutto che non si è trattato di una voce interiore, della cosiddetta vocazione interiore. È chiaro che la parola di Dio viene per prima e viene dall'esterno, non dall'interno. È completamente diversa dalla tua voce o dalle voci che ti sembra di udire dentro di te. Ti raggiunge quando non te l’aspetti, non quando la vuoi ricevere…

Poi, c’è l’altro insegnamento: la chiamata di Dio è una chiamata a conoscerlo. Vale nel testo di oggi per Samuele, è stato così per Saulo il persecutore che proprio perché, chiamato dal Signore, l’ha potuto conoscere è diventato Paolo l’apostolo, e per i primi discepoli di Gesù (abbiamo udito oggi, nel vangelo di Giovanni: “«Venite e vedrete»… e andarono e rimasero con lui”), e per tutti gli altri e le altre chiamati e chiamate nella Bibbia… Sì, Dio ti chiama, anzitutto, perché tu lo conosca. Prima di parlare di Lui agli altri, lo devi conoscere tu stesso, devi distinguere la sua voce da quella degli altri.

Ma anche quando ancora non la distingui, la voce del Signore, è importante la tua disponibilità. Qui c’è anche questo. Samuele non riconosce la voce che lo chiama, ma si alza a più riprese e in piena notte attraversa in silenzio il santuario e va da Eli. Non rimane solo a rimuginare, in qualche modo, anche se non sapeva che si trattava di Dio, era disponibile a ricevere una parola da parte sua. Bisogna tacere per ricevere. Bisogna essere nel silenzio.

E noi, sorelle e fratelli? Samuele abitava già nel santuario, ma non aveva ancora sentito la voce di Dio, la sua chiamata. Si può essere da lungo tempo nel luogo consacrato alla presenza del Signore e non avere ancora riconosciuto sua la Parola. Per fortuna (o per grazia) Dio viene quattro volte, torna e ritorna, con pazienza. La pazienza di Dio è fondamentale; è la nostra speranza.


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